Come ogni anno, il 6 agosto la piccola Ayumi Hoshino interrompe le vacanze estive per andare a scuola va a scuola, dove gli insegnanti parlano della prima bomba atomica mai sganciata su degli esseri umani, il 6 agosto del 1945 a Hiroshima (la seconda è arrivata solo tre giorni dopo, su Nagasaki). La piccola Ayumi sentirà rievocare la storia dell’attacco atomico, lo shock, la devastazione, i morti: alla fine di quell’anno si contavano 140mila vittime a Hiroshima e 74 mila a Nagasaki, circa la metà morti nell’arco di un giorno dall’esplosione. Per coloro che sono stati esposti alle radiazioni, gli hibakusha, è rimasta una scia di sofferenze attraverso diverse generazioni. Ma Ayumi è curiosa, e scopre che i dragoni atomici si sono risvegliati a Fukushima…
Con i capelli a caschetto e gli occhiali, a volte un po’ secchiona ma simpatica, con l’aiuto di un vecchio professore Ayumi scopre i rudimenti della fisica atomica, protoni ed elettroni, la scissione e la fissione, la reazione atomica, l’incredibile energia che può derivarne, il rischio rappresentato dalle radiazioni. Un giorno resta di sasso quando va al mare con un’amichetta ma viene respinta: vietato entrare in acqua, la spiaggia è recintata e uomini con tute protettive stanno misurando il livello di radiazioni rilasciate dalla centrale di Fukushima Daiichi dopo l’incidente. A casa intanto i genitori sono incerti se mangiare gli ortaggi di quella zona. Così capisce che anche una centrale nucleare può disperdere pericolose radiazioni…
In breve, la forza sprigionata dalla reazione atomica prende per la bambina l’aspetto del leggendario dragone, l’animale mitico che governa il vento, la nuvola, la pioggia, il tuono e fulmine – e qui la tecnologia trasforma in forza diabolica. Bombe o centrali elettronucleari, i dragoni dormienti nei cieli sono stati risvegliati da umani presuntuosi convinti di poter controllare la natura: bisogna fermare la furia, riportarli sotto controllo.
La piccola Ayumi è la protagonista di un manga, una storia a fumetti: I dragoni atomici di Fukushima disegnato da Yuka Nishioka, professoressa all’università di Nagasaki e autrice di strisce a fumetti (pubblicato in Giappone nel 2012, è tradotto in italiano a cura del Centro di documentazione «Semi sotto la neve» di Pisa).
Un manga per molti aspetti didattico, per la competenza con cui spiega al lettore cosa è l’energia atomica e le conseguenze delle radiazioni (l’autrice si è avvalsa di una supervisione scientifica). E per la ricostruzione storica: come un paese ancora sotto shock per gli attacchi atomici ascolta il discorso del presidente americano Eisenhower sugli «atomi per la pace» (nel 1953) e si getta nello sviluppo del nucleare civile (può sembrare incredibile, ma la prima expo sull’uso pacifico del nucleare si tiene proprio a Hiroshima, nel 1958: è da allora che i giapponesi si sono sentiti raccontare che c’è un’energia atomica cattiva, quella delle bombe, e una buona, quella delle centrali elettriche). Ma è anche una storia dove il lieto fine va costruito.
L’autrice, nata a Nagasaki nel 1965 e cresciuta con i racconti degli hibakusha, spiega che il mondo è cambiato per lei l’11 marzo 2011, quando anche nella sua città è scattato l’allarme tsunami che ha colpito il Giappone nord-orientale. L’incidente alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi le ha fatto rivivere il terrore delle radiazioni, l’angoscia, l’indignazione, la disperazione, scrive Yuka Nishioka. «Mi sembrava che il momento richiedesse un esame di coscienza a noi, nati e cresciuti nei luoghi colpiti dall’atomica», spiega: «Come potevo sottrarmi alla responsabilità per l’incidente se avevo tollerato l’energia nucleare, convinta che non potessero mai esserci incidenti nelle centrali?».
Anche lei, come la sua Ayumi, allora ha cercato le informazioni che erano state nascoste a tutti i giapponesi – è nata così la storia dei «dragoni atomici».
La fumettista Yuka Nishioka, autrice di I dragoni atomici di Fukushima, sarà in Italia tra qualche giorno, dal 3 al 9 maggio, in alcuni incontri pubblici a Firenze, Pisa, Roma e Napoli
(Il manga I dragoni atomici di Fukushima. Dire addio alle bombe e all’energia nucleare si può comprare qui).