Praful Bidwai era un’istituzione, nel giornalismo di sinistra in India. Era anche un grande amico, e una persona di grande generosità.
Giornalista e insieme attivista, Praful incarna la tradizione della sinistra indiana al suo meglio.
È tra i fondatori del movimento antinucleare indiano e della Coalition for Nuclear Disarmament and Peace. Quando l’India ha condotto il suo test atomico nel deserto del Rajasthan (1998, subito seguita dal Pakistan), entrando così a forza tra le potenze nucleari, Praful insieme a Achin Vanaik ha scritto forse il miglior libro sulla corsa al nucleare in Asia meridionale (South Asia on a Short Fuse, Oxford India 2001), risultato di una ricerca molto rigorosa e completa.
Sempre combinando giornalismo molto rigoroso e militanza politica ha combattuto numerose battaglie di giustizia sociale e di democrazia – contro il «comunalismo», ovvero l’uso politico delle identità religiose; con i movimenti dei lavoratori, con chi difende i diritti civili, con le comunità locali che hanno rifiutato di sfollare per fare spazio alla costruzione dell’ennesima diga, o «zona economica speciale», o a una nuova centrale nucleare. O per la prospettiva di giustizia sociale nelle questioni ambientali (vedi ad esempio An India That Can Say Yes: A Climate-Responsible Development Agenda for Copenhagen and Beyond, per la Heinrich Boell Foundation, New Delhi, 2009).
Di tutto questo ha scritto per anni in una rubrica su Frontline, autorevole quindicinale indiano, e in numerosi articoli per vari giornali e magazines di tutta l’Asia meridionale, il Medio Oriente, o su The Guardian e Le Monde Diplomatique – qualche volta anche su il manifesto (ma era un’altra epoca).
La traiettoria di Praful Bidwai però è cominciata a Mumbai, dove nei primi anni ’70 era uno studente all’Indian Institute of Technology. L’apprendistato politico è cominciato allora, prima partecipando alla fondazione di un gruppo di sinistra, poi lasciando gli studi per militare in un movimento per i diritti degli adivasi, i nativi dell’India, nelle remote montagne del Maharashtra. In seguito ha militato nei movimenti per i diritti dei lavoratori, prima di dedicarsi al giornalismo. È sempre rimasto parte della sinistra, pur senza legarsi a un partito: un’esperienza che ha cercato di ricapitolare in una voluminosa ricerca sulla sinistra indiana, che lo ha tenuto occupato per l’ultimo paio d’anni (The Phoenix Moment: Challenges Confronting the Indian Left, Harper Collins, di prossima pubblicazione).
Per chi lo ha conosciuto, Praful è anche una persona generosa, sempre disponibile a dare suggerimenti e contatti, a lanciarsi in discussioni intense, condividere opinioni – meglio se davanti a un buon bicchiere, e con grandi risate.
Praful Bidwai non c’è più. È morto a Amsterdam martedì sera, 23 giugno, per improvviso arresto cardiaco.
Riposi in pace.